mercoledì 16 settembre 2009

Due giorni in più

E' il mio terzo libro, quello che mi ha coinvolto di più a livello emotivo perché parla di mio padre.

Ecco la sinossi del libro:

E’ l’omaggio dell’autore al padre morto nel 2008.
Il destino sembrava aver deciso che per una felicità servisse una tristezza per compensarla: la felicità per l’uscita del libro di uno dei personaggi, si contrapponeva alla morte del padre.
Il padre, mentre la casa editrice stampava le copie, entrava in sala operatoria. Un’ora dopo la triste notizia: non c’era più niente da fare. Il padre avrebbe vissuto al massimo un paio d’ore, non di più. Ma l’attaccamento alla vita di quell’uomo poco più che settantenne lo fece soffrire due giorni in più. Tutta la famiglia era al suo capezzale. I figli, le nuore e i nipoti, in tutto diciannove persone, lo guardavano nell’attesa che le sue sofferenze trovassero pace. Le poche ore preventivate d’attesa, dopo l’operazione, erano passate e tutta la famiglia si trovava di fronte al problema della veglia. Ogni figlio avvertiva l’esigenza di farla, ma egoisticamente anche di preservare il dolce ricordo infranto dalla morte imminente.
La famiglia, che fino a quel momento era sempre stata divisa, finalmente si ritrovava; come se il sacrificio del padre fosse servito allo scopo. Quello di far riunire tutta la famiglia al suo cospetto. Per il figlio minore era una situazione surreale: felice perché finalmente una casa editrice aveva creduto in lui, pubblicando il suo primo libro, e devastato, svuotato dalla morte prossima del padre.
Il padre sembrava “aver deciso” di vivere due giorni in più, per avere le forze di poter raccontare e rivivere tutta la sua vita, senza censure, senza tralasciare niente. Perché quando una persona sta per morire non bisogna ricordarla solo positivamente, ma nel suo complesso.