Due giorni in più
Il blog che adora sempre essere se stesso
martedì 11 novembre 2014
Questo blog avrà un volto definitivo.
Dopo aver aperto un terzo blog (secondo su Wordpress), preoccupiamoci diamo a questo blog un volto personalizzato.
Questo blog si occuperà di interviste, di Arte e di tutto ciò che non è inerente ai libri altrui.
Come sempre parlerò dei miei racconti, libri, poesie, ecc...
giovedì 21 agosto 2014
La stele di Achler
Finalmente anche il racconto La stele di Achler ha trovato padrone.
Dopo aver pubblicato (anche se non è ancora uscito) Il calice della bellezza, ecco che uscirà un nuovo racconto storico fantasy intitolato La stele di Achler.
Anche per questo racconto, il fine sarà umanitario: i proventi andranno all'Associazione Domenico Marco Verdigi che si occupa di dare un futuro migliore ai bambini bisognosi.
Come per il giallo 16 rose arancioni, La stele di Achler sarà editato dalla GDS Edizioni di Milano.
sabato 28 novembre 2009
Per te
Oggi, 28 Novembre 2009, sono 20 anni che la fortuna mi accompagna. Che la Sorte ha deciso che da quel giorno in poi avrei vissuto tre metri sopra il cielo. Non finirò mai di dirti Sabrina ti amo e di ringraziarti d'avermi donato 20 anni della tua vita con me.
Solo con te riesco a capire
cosa vuol dire
la parola amore;
perché sei riuscita a colpire
il mio cuore
come un raggio di sole
colpisce il petalo di un fiore.
Ogni volta che sono con te
rinasco a nuova vita,
mentre quando sono solo
muore ogni secondo, ogni minuto, ogni ora
la mia esistenza,
perché bruciata dal sole della solitudine.
Sei come il vento
che trasporta il polline
da fiore a fiore
creando nella mia vita nuovi petali,
colpiti da nuovi raggi.
Hai il potere di far diventare la mia vita
una roulette dove si vince solo se ci sei!
Altrimenti si tramuta in russa
quando manchi
dinnanzi
al mio triste sguardo.
Solo con te riesco a capire
cosa vuol dire
la parola amore;
perché sei riuscita a colpire
il mio cuore
come un raggio di sole
colpisce il petalo di un fiore.
Ogni volta che sono con te
rinasco a nuova vita,
mentre quando sono solo
muore ogni secondo, ogni minuto, ogni ora
la mia esistenza,
perché bruciata dal sole della solitudine.
Sei come il vento
che trasporta il polline
da fiore a fiore
creando nella mia vita nuovi petali,
colpiti da nuovi raggi.
Hai il potere di far diventare la mia vita
una roulette dove si vince solo se ci sei!
Altrimenti si tramuta in russa
quando manchi
dinnanzi
al mio triste sguardo.
lunedì 23 novembre 2009
Sono felice, mi hanno risposto positivamente, finalmente.
Egregio Signor Ciardelli, ieri ho finito di leggere il suo testo... Si tratta di un lavoro semplice ma sentito, articolato in due piani narrativi che lo rendono interessante e che tratta un tema (quello del rapporto con i genitori - il padre in questo caso - e tra fratelli) sempre d'attualità. La scrittura è lineare e fluida e denota una felice padronanza della lingua italiana. E inoltre c'è pathos e il tono del racconto è indubbiamente toccante. Già per questi motivi Le avrei dichiarato la mia disponibilità a pubblicare il Suo testo. A fortiori devo aggiungere che un ulteriore elemento mi "incita" a farlo. Anch'io da alcuni anni ho perso mio padre, col quale avevo un intenso e sincero rapporto di affetto e amicizia, che mi è stato sottratto troppo presto perché potessi accettarlo con leggerezza. Pertanto editare il Suo testo rappresenterebbe per me un modo indiretto per riprendere un discorso, per la verità mai interrotto, e tramutare in qualcosa di eterno il groppo che ho ancora in gola ogni volta che penso a lui. Quindi, se non ha già provveduto altrimenti, Le comunico in sintesi le condizioni contrattuali che successivamente le formalizzerò in una proposta di contratto di Edizione. 1) Nessun contributo alle spese 2) 10% su tutte le vendite 3) n. 5 copie omaggio 4) Presentazioni a nostro carico 5) Sconto del 20% per eventuali copie acquistate da noi. Resto in attesa di un Suo cenno di riscontro per procedere e inviarLe copia del Contratto. Cordiali saluti
mercoledì 16 settembre 2009
Due giorni in più
E' il mio terzo libro, quello che mi ha coinvolto di più a livello emotivo perché parla di mio padre.
Ecco la sinossi del libro:
E’ l’omaggio dell’autore al padre morto nel 2008.
Il destino sembrava aver deciso che per una felicità servisse una tristezza per compensarla: la felicità per l’uscita del libro di uno dei personaggi, si contrapponeva alla morte del padre.
Il padre, mentre la casa editrice stampava le copie, entrava in sala operatoria. Un’ora dopo la triste notizia: non c’era più niente da fare. Il padre avrebbe vissuto al massimo un paio d’ore, non di più. Ma l’attaccamento alla vita di quell’uomo poco più che settantenne lo fece soffrire due giorni in più. Tutta la famiglia era al suo capezzale. I figli, le nuore e i nipoti, in tutto diciannove persone, lo guardavano nell’attesa che le sue sofferenze trovassero pace. Le poche ore preventivate d’attesa, dopo l’operazione, erano passate e tutta la famiglia si trovava di fronte al problema della veglia. Ogni figlio avvertiva l’esigenza di farla, ma egoisticamente anche di preservare il dolce ricordo infranto dalla morte imminente.
La famiglia, che fino a quel momento era sempre stata divisa, finalmente si ritrovava; come se il sacrificio del padre fosse servito allo scopo. Quello di far riunire tutta la famiglia al suo cospetto. Per il figlio minore era una situazione surreale: felice perché finalmente una casa editrice aveva creduto in lui, pubblicando il suo primo libro, e devastato, svuotato dalla morte prossima del padre.
Il padre sembrava “aver deciso” di vivere due giorni in più, per avere le forze di poter raccontare e rivivere tutta la sua vita, senza censure, senza tralasciare niente. Perché quando una persona sta per morire non bisogna ricordarla solo positivamente, ma nel suo complesso.
Il destino sembrava aver deciso che per una felicità servisse una tristezza per compensarla: la felicità per l’uscita del libro di uno dei personaggi, si contrapponeva alla morte del padre.
Il padre, mentre la casa editrice stampava le copie, entrava in sala operatoria. Un’ora dopo la triste notizia: non c’era più niente da fare. Il padre avrebbe vissuto al massimo un paio d’ore, non di più. Ma l’attaccamento alla vita di quell’uomo poco più che settantenne lo fece soffrire due giorni in più. Tutta la famiglia era al suo capezzale. I figli, le nuore e i nipoti, in tutto diciannove persone, lo guardavano nell’attesa che le sue sofferenze trovassero pace. Le poche ore preventivate d’attesa, dopo l’operazione, erano passate e tutta la famiglia si trovava di fronte al problema della veglia. Ogni figlio avvertiva l’esigenza di farla, ma egoisticamente anche di preservare il dolce ricordo infranto dalla morte imminente.
La famiglia, che fino a quel momento era sempre stata divisa, finalmente si ritrovava; come se il sacrificio del padre fosse servito allo scopo. Quello di far riunire tutta la famiglia al suo cospetto. Per il figlio minore era una situazione surreale: felice perché finalmente una casa editrice aveva creduto in lui, pubblicando il suo primo libro, e devastato, svuotato dalla morte prossima del padre.
Il padre sembrava “aver deciso” di vivere due giorni in più, per avere le forze di poter raccontare e rivivere tutta la sua vita, senza censure, senza tralasciare niente. Perché quando una persona sta per morire non bisogna ricordarla solo positivamente, ma nel suo complesso.
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